Pensare insieme

Laboratorio condotto da TeatroContesto nell'ambito del progetto Yepp-Porta Palazzo
Laboratorio condotto da TeatroContesto nell'ambito del progetto Yepp-Porta Palazzo

Il Teatro-immagine fa parte del metodo del Teatro dell'Oppresso. Si tratta fondamentalmente di "pensare con il corpo", utilizzando il corpo per esprimere idee ed emozioni.

Non lo si può fare da soli. Lo si fa in gruppo e con gli altri ci si confronta a partire dalle immagini costruite insieme. Gli sguardi degli altri arricchiscono il pensiero di ognuno e mettendo insieme diversi punti di vista si entra nella complessità di una certa questione.

E' uno strumento semplice che permette ad ognuno di tirare fuori le proprie idee e di confrontarle con quelle di altre persone. E, come scrive Augusto Boal, "il fatto di riunirsi per pensare insieme è già una grande vittoria" 

 

leggi di più 0 Commenti

Dindi, grana, spiccioli e altre quisquilie!

 

 

 

 

 

DINDI, GRANA, SPICCIOLI E ALTRE QUISQUILIE

Una serata bellissima e intensa sul tema delle difficoltà economiche, ospiti del CEPSI e con ActionAid,  tra letture, scambio di idee attraverso delle sedie e una scena di Teatro-forum creata durante il laboratorio teatrale del percorso CONTIAMO INSIEME.

 

 

 

 

leggi di più 0 Commenti

CONTIAMO INSIEME - Gruppo Teatro

Ogni martedì da metà ottobre ci incontriamo per fare teatro insieme a Daniela, Fabio, Frosy, Giusy, Lucy e Vito.

Il laboratorio è parte del progetto “Contiamo insieme”, realizzato da ActionAid in partnership con il Centro Psicoanalitico di trattamento dei malesseri contemporanei Onlus, l'Associazione Culturale Teatro Contesto e l'Università degli Studi di Torino - Dipartimento di Psicologia, con il sostegno della Compagnia di San Paolo.

Stiamo lavorando per "mettere in scena”, attraverso il Teatro dell'Oppresso, le difficoltà che incontriamo quando attraversiamo un periodo di fragilità economica

E’ un lavoro intenso e ricco di tutte le emozioni che ognuno porta con sé.

E' un condivide con gli altri.

E’ uno stare insieme.

E’ uno spazio per raccontarsi e ascoltare gli altri, superando insieme resistenze ed imbarazzi.

E’ un darsi fiducia, un uscire ognuno dal proprio guscio per ritrovarsi in un cerchio.

E’ un giocare e un ridere insieme.

E’ quel "allora ci vediamo martedì prossimo!”.

E’ uscire di casa e lasciare per un attimo le proprie preoccupazioni e fatiche.

E’ quello scambiarsi i numeri di telefono e fare un gruppo WhatsApp per mandarsi un saluto tra un martedì e l'altro.

E’ un costruire qualcosa insieme.

E’ il sentirsi parte di un gruppo.

E' utilizzare il linguaggio teatrale per creare una piccola comunità in cui ognuno si senta un individuo valorizzato e accolto e trovi occasioni per esprimere quanto ha dentro.

La metodologia del teatro dell'Oppresso con la tecnica del teatro-forum permetterà, in seguito, al gruppo di aprirsi ad un pubblico e presentare quanto costruito insieme per discuterne in forma teatrale e cercare possibili strategie per uscire da situazioni difficili in cui ognuno può trovarsi coinvolto.

La solitudine e l’isolamento rendono i problemi ancora più grossi e li fanno apparire insormontabili. Fare teatro e coinvolgere altre persone con dei teatri-forum significa prima di tutto offrire un’opportunità di sentirsi meno soli e più forti.

0 Commenti

Un viaggio lungo 25 anni


Abbiamo appena finito un lavoro bellissimo!

A Savona esiste una Cooperativa che si chiama Progetto Città (www.progettocitta.coop/#/Homepage). Lavora con minori in difficoltà, con bambini, con anziani, accogliendo profughi.... fa un sacco di cose e lo fa da 25 anni a Savona e dintorni.


 Per festeggiare questo compleanno importante, hanno chiamato TeatroContesto ed è nato il progetto"In viaggio da 25 anni”, un percorso  di Teatro Sociale e di Comunità, che ha coinvolto 9 educatori e i vari Servizi della Cooperativa.

E stato un percorso emozionante e ricco che si è concluso Sabato 18 aprile, all'interno della Fortezza del Priamar, con uno spettacolo itinerante che  ha coinvolto gli spettatori in un viaggio immaginario alla ricerca di un tesoro, in un mare fatto di sogni, paure e racconti.

 “In viaggio da 25 anni” è stata un’opera collettiva nata dal desiderio di far emergere e dare spazio al prezioso e delicato lavoro portato avanti da ProgettoCittà.

E’ stato un viaggio metaforico, un momento di festa e di comunità per ritrovarsi, forse diversi o in fondo sempre uguali, sicuramente cresciuti e pronti per continuare il viaggio. 

leggi di più 8 Commenti

9 marzo 2015

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una serata molto bella tra letteratura e discussione attraverso scene di teatro-forum! 


0 Commenti

Incontri importanti

Martedì scorso TeatroContesto è stato ospite di CaF Futuro, il primo progetto d’innovazione finanziaria che si attiva in Italia con persone che vivono un disagio mentale. trovate maggiori informazioni andando su: http://www.acafitalia.it/caf-futuro/

 

E' stata un momento molto interessante e stimolante che nasce dal nostro incontro con la realtà di ACAF Italia,  Associazione Italiana delle Comunità AutoFinanziate. ACAF è un’organizzazione no profit che ha come finalità la lotta contro la povertà, la vulnerabilità sociale e l’esclusione sociale e finanziaria, attraverso l’alfabetizzazione finanziaria, la promozione della cultura del risparmio, l’innovazione finanziaria e lo sviluppo di organizzazioni di base comunitaria e gruppi di mutuo aiuto. 

Un lavoro straordinario che noi di Teatrocontesto abbiamo avuto la fortuna di incrociare, grazie ad una giornata organizzata da ActionAid a Milano. E' qui che abbimo conosciuto Patricia Rodriguez Pulido, presidente di ACAF Italia. 

 

Se siete curiosi di capire meglio di cosa si tratta andate a visitare il loro sito: http://www.acafitalia.it/

 

GRAZIE A CaF Futuro per l'ospitalità e viva ACAF Italia! 

 

 

Per non avere un cuore rimpicciolito

Preparandosi e riflettendo prima di buttarci in un nuovo progetto con dei giovani, oggi su La Stampa leggiamo questo articolo che ci aiuta a farlo con profondità. 

 

Da La Stampa del 18/9/2014

Autore:  ALESSANDRO D'AVENIA

 

 
 
 

In prima superiore ho chiesto di portare i libri letti durante l’estate. Sul banco di una studentessa c’era «Colpa delle stelle», uno dei libri che ha infuocato le classifiche di libri e i cuori di molti ragazzi, anche grazie al film: una storia in cui due sedicenni per vivere il loro amore devono chiedere permesso alla morte.  

Dimmi cosa leggi e ti dirò chi sei: è la scorciatoia per iniziare a leggere l’inedito che ogni ragazzo è e che, a 14 anni, non si manifesta scopertamente, ma attraverso scelte (musica, libri, film, serie tv) che troppo spesso bolliamo come «adolescenziali», come se l’adolescenza fosse una colpa e non una tappa necessaria a far fiorire la vita.  

 

Ma perché per sentirsi raccontare l’amore i ragazzi scelgono di passare per il crogiolo del dolore? Vivono immersi in una cultura che nasconde il dolore e la morte (se non come spettacolo, che è un modo di occultarli). Esaurite le grandi narrazioni religiose e politiche, si trovano privi di codici simbolici capaci di dar senso alla realtà limite.  

 

L’uomo è un essere narrativo e simbolico, interpretiamo e stiamo nella realtà attraverso le storie: le azioni umane cerchiamo di comprenderla alla luce di una narrazione (Chi è? Da dove viene? Dove va?). Alla Musa si chiedeva di raccontare dell’uomo multiforme, perché quell’uomo era la sintesi di ciò che a un uomo accade nella vita, persino di dare un’occhiata all’aldilà per farsi raccontare come finisce la storia. 

 

Per poter vivere la vita in anticipo l’uomo si è arrangiato con le storie: gli scrittori sanno che i personaggi sono Io sperimentali per saggiare la realtà. La società di Omero aveva inventato un modo per superare la morte (il grande tema su cui ogni cultura è costretta a fondare se stessa): socializzarla attraverso la tomba e i racconti epici. La pietra e l’esametro epico (il verso dell’Iliade e dell’Odissea) garantiscono immortalità a un effimero che precipiterebbe nell’oblio, che è peggio della morte.  

 

Le cose non sono cambiate. Ieri come oggi abbiamo bisogno di segni che codifichino e decodifichino la morte, permettendoci di guardarla senza rimanerne pietrificati: abbiamo bisogno, come Perseo, dello specchio dei racconti, dei simboli, per affrontare Medusa. Non si può guardare Medusa direttamente, va affrontata con lo scudo-specchio dell’invenzione culturale. Oggi la Musa canta in serie televisive, musica, libri, narrazioni che con coerenza gravitano attorno a temi evanescenti nell’educazione simbolica della nuova generazione.  

 

A differenza della società omerica che scongiurava la morte con la memoria, oggi è l’amore che sembra avere le credenziali per sconfiggerla. Ma come può se non è per sempre? Gli adolescenti sanno che non si dichiara il proprio amore specificando la data di scadenza, ma dicendo: «Ti amerò per sempre». Per questo cercano storie che (as)saggino la verità di questa formula: «per sempre» è un’illusione linguistica o la necessaria conseguenza dell’essenza amorosa? 

Quando lavoravo al film tratto da «Bianca come il latte rossa come il sangue», uno sponsor propose di cambiare il titolo, perché la parola sangue poteva spaventare il pubblico. 

 

Mi feci una risata: proprio quella parola doveva rimanere, era come togliere il lupo dalla fiaba di Cappuccetto Rosso. I ragazzi di oggi leggono sui volti ora stanchi ora cinici della generazione che li cresce, la caduta di ogni sogno, sostituito dal morbido o liquido pragmatismo consumistico, e temono che la vita sia una promessa non mantenuta.  

 

Ma sentono nel cuore e nella carne che la vita può essere grande e non è fatta per essere riempita di oggetti e botox, ma per essere spesa fino al sangue. Ma per chi o cosa? E come? Così mi spiego il successo delle saghe di Tolkien, Lewis, Rowling, Martin. L’epica, scacciata dalla porta del nostro cuore rimpicciolito, rientra dalla finestra della fantasia.  

 

Le ragazze (soprattutto) leggono e guardano «Colpa delle stelle» perché vogliono sapere come si fa ad amare ed essere amate con il coraggio che sfida la morte. Vogliono mettere la testa dove il cuore ha intuito la verità e la morte rimane narrativamente (esistenzialmente) il modo più vero per chiamare le cose alla vita. Raymond Carver, scrittore e poeta minacciato dal cancro, sulla sua lapide fece scolpire i suoi versi: «E hai ottenuto quello che / volevi da questa vita, nonostante tutto? / Sì. / E cos’è che volevi? / Potermi dire amato, sentirmi / amato sulla terra». Quando morì aveva solo 50 anni e le parole che spesso un adolescente non riesce a trovare. 

0 Commenti

Un progetto di Teatro Sociale

1 Commenti

GIOVENTU' BRUCIANTE

Il progetto “Gioventu' Bruciante”, proposto dall’Associazione TeatroContesto e sostenuto dal Circolo dei Lettori, ha coinvolto una classe 1 dell’ITIS Avogadro  e una classe 4 dell’IPSCTS Giulio. Il progetto ha voluto interrogarsi sui bisogni e sulle prospettive dei giovani, invitando gli studenti a far emergere, attraverso una serie di specifiche tecniche teatrali, i temi e le questioni che vivono in quanto giovani

E’ stato un lavoro intenso perché grandi ed importanti sono i temi che i ragazzi hanno fatto emergere: il bullismo, il razzismo, il non sentirsi ascoltati, la difficoltà a relazionarsi con gli adulti e in particolare con i genitori, la paura di deludere i genitori.

Nel corso di 10 incontri abbiamo cercato un po’, attraverso il linguaggio teatrale, di “sbrogliare questa matassa” di emozioni, resistenze, indifferenze e grandi fragilità ed insicurezze!

Abbiamo concluso al Circolo dei Lettori dove le classi coinvolte hanno invitato altre classi e, a partire da quanto costruito durante il percorso, discusso insieme nel corso di due mattinate che hanno visto una bella partecipazione da parte dei ragazzi.

 

 

E’ stato un lavoro impegnativo!

Confrontarsi con il disagio e le problematiche che i ragazzi vivono non è facile ed è una bella sfida capire quali modalità di volta in volta utilizzare per entrare in relazione con loro.

Noi di TeatroContesto siamo molto soddisfatte di quanto siamo riuscite a fare nel corso del progetto Gioventù bruciante.

Non è facile lavorare oggi nelle scuole.

Dopo questa nostra esperienza, TeatroContesto è ancora più convinto della necessità di farlo.

 

 

leggi di più 0 Commenti

Pensare insieme

Laboratorio condotto da TeatroContesto nell'ambito del progetto Yepp-Porta Palazzo
Laboratorio condotto da TeatroContesto nell'ambito del progetto Yepp-Porta Palazzo

Il Teatro-immagine fa parte del metodo del Teatro dell'Oppresso. Si tratta fondamentalmente di "pensare con il corpo", utilizzando il corpo per esprimere idee ed emozioni.

Non lo si può fare da soli. Lo si fa in gruppo e con gli altri ci si confronta a partire dalle immagini costruite insieme. Gli sguardi degli altri arricchiscono il pensiero di ognuno e mettendo insieme diversi punti di vista si entra nella complessità di una certa questione.

E' uno strumento semplice che permette ad ognuno di tirare fuori le proprie idee e di confrontarle con quelle di altre persone. E, come scrive Augusto Boal, "il fatto di riunirsi per pensare insieme è già una grande vittoria" 

 

leggi di più 0 Commenti

Dindi, grana, spiccioli e altre quisquilie!

 

 

 

 

 

DINDI, GRANA, SPICCIOLI E ALTRE QUISQUILIE

Una serata bellissima e intensa sul tema delle difficoltà economiche, ospiti del CEPSI e con ActionAid,  tra letture, scambio di idee attraverso delle sedie e una scena di Teatro-forum creata durante il laboratorio teatrale del percorso CONTIAMO INSIEME.

 

 

 

 

leggi di più 0 Commenti

CONTIAMO INSIEME - Gruppo Teatro

Ogni martedì da metà ottobre ci incontriamo per fare teatro insieme a Daniela, Fabio, Frosy, Giusy, Lucy e Vito.

Il laboratorio è parte del progetto “Contiamo insieme”, realizzato da ActionAid in partnership con il Centro Psicoanalitico di trattamento dei malesseri contemporanei Onlus, l'Associazione Culturale Teatro Contesto e l'Università degli Studi di Torino - Dipartimento di Psicologia, con il sostegno della Compagnia di San Paolo.

Stiamo lavorando per "mettere in scena”, attraverso il Teatro dell'Oppresso, le difficoltà che incontriamo quando attraversiamo un periodo di fragilità economica

E’ un lavoro intenso e ricco di tutte le emozioni che ognuno porta con sé.

E' un condivide con gli altri.

E’ uno stare insieme.

E’ uno spazio per raccontarsi e ascoltare gli altri, superando insieme resistenze ed imbarazzi.

E’ un darsi fiducia, un uscire ognuno dal proprio guscio per ritrovarsi in un cerchio.

E’ un giocare e un ridere insieme.

E’ quel "allora ci vediamo martedì prossimo!”.

E’ uscire di casa e lasciare per un attimo le proprie preoccupazioni e fatiche.

E’ quello scambiarsi i numeri di telefono e fare un gruppo WhatsApp per mandarsi un saluto tra un martedì e l'altro.

E’ un costruire qualcosa insieme.

E’ il sentirsi parte di un gruppo.

E' utilizzare il linguaggio teatrale per creare una piccola comunità in cui ognuno si senta un individuo valorizzato e accolto e trovi occasioni per esprimere quanto ha dentro.

La metodologia del teatro dell'Oppresso con la tecnica del teatro-forum permetterà, in seguito, al gruppo di aprirsi ad un pubblico e presentare quanto costruito insieme per discuterne in forma teatrale e cercare possibili strategie per uscire da situazioni difficili in cui ognuno può trovarsi coinvolto.

La solitudine e l’isolamento rendono i problemi ancora più grossi e li fanno apparire insormontabili. Fare teatro e coinvolgere altre persone con dei teatri-forum significa prima di tutto offrire un’opportunità di sentirsi meno soli e più forti.

0 Commenti

Un viaggio lungo 25 anni


Abbiamo appena finito un lavoro bellissimo!

A Savona esiste una Cooperativa che si chiama Progetto Città (www.progettocitta.coop/#/Homepage). Lavora con minori in difficoltà, con bambini, con anziani, accogliendo profughi.... fa un sacco di cose e lo fa da 25 anni a Savona e dintorni.


 Per festeggiare questo compleanno importante, hanno chiamato TeatroContesto ed è nato il progetto"In viaggio da 25 anni”, un percorso  di Teatro Sociale e di Comunità, che ha coinvolto 9 educatori e i vari Servizi della Cooperativa.

E stato un percorso emozionante e ricco che si è concluso Sabato 18 aprile, all'interno della Fortezza del Priamar, con uno spettacolo itinerante che  ha coinvolto gli spettatori in un viaggio immaginario alla ricerca di un tesoro, in un mare fatto di sogni, paure e racconti.

 “In viaggio da 25 anni” è stata un’opera collettiva nata dal desiderio di far emergere e dare spazio al prezioso e delicato lavoro portato avanti da ProgettoCittà.

E’ stato un viaggio metaforico, un momento di festa e di comunità per ritrovarsi, forse diversi o in fondo sempre uguali, sicuramente cresciuti e pronti per continuare il viaggio. 

leggi di più 8 Commenti

9 marzo 2015

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una serata molto bella tra letteratura e discussione attraverso scene di teatro-forum! 


0 Commenti

Incontri importanti

Martedì scorso TeatroContesto è stato ospite di CaF Futuro, il primo progetto d’innovazione finanziaria che si attiva in Italia con persone che vivono un disagio mentale. trovate maggiori informazioni andando su: http://www.acafitalia.it/caf-futuro/

 

E' stata un momento molto interessante e stimolante che nasce dal nostro incontro con la realtà di ACAF Italia,  Associazione Italiana delle Comunità AutoFinanziate. ACAF è un’organizzazione no profit che ha come finalità la lotta contro la povertà, la vulnerabilità sociale e l’esclusione sociale e finanziaria, attraverso l’alfabetizzazione finanziaria, la promozione della cultura del risparmio, l’innovazione finanziaria e lo sviluppo di organizzazioni di base comunitaria e gruppi di mutuo aiuto. 

Un lavoro straordinario che noi di Teatrocontesto abbiamo avuto la fortuna di incrociare, grazie ad una giornata organizzata da ActionAid a Milano. E' qui che abbimo conosciuto Patricia Rodriguez Pulido, presidente di ACAF Italia. 

 

Se siete curiosi di capire meglio di cosa si tratta andate a visitare il loro sito: http://www.acafitalia.it/

 

GRAZIE A CaF Futuro per l'ospitalità e viva ACAF Italia! 

 

 

Per non avere un cuore rimpicciolito

Preparandosi e riflettendo prima di buttarci in un nuovo progetto con dei giovani, oggi su La Stampa leggiamo questo articolo che ci aiuta a farlo con profondità. 

 

Da La Stampa del 18/9/2014

Autore:  ALESSANDRO D'AVENIA

 

 
 
 

In prima superiore ho chiesto di portare i libri letti durante l’estate. Sul banco di una studentessa c’era «Colpa delle stelle», uno dei libri che ha infuocato le classifiche di libri e i cuori di molti ragazzi, anche grazie al film: una storia in cui due sedicenni per vivere il loro amore devono chiedere permesso alla morte.  

Dimmi cosa leggi e ti dirò chi sei: è la scorciatoia per iniziare a leggere l’inedito che ogni ragazzo è e che, a 14 anni, non si manifesta scopertamente, ma attraverso scelte (musica, libri, film, serie tv) che troppo spesso bolliamo come «adolescenziali», come se l’adolescenza fosse una colpa e non una tappa necessaria a far fiorire la vita.  

 

Ma perché per sentirsi raccontare l’amore i ragazzi scelgono di passare per il crogiolo del dolore? Vivono immersi in una cultura che nasconde il dolore e la morte (se non come spettacolo, che è un modo di occultarli). Esaurite le grandi narrazioni religiose e politiche, si trovano privi di codici simbolici capaci di dar senso alla realtà limite.  

 

L’uomo è un essere narrativo e simbolico, interpretiamo e stiamo nella realtà attraverso le storie: le azioni umane cerchiamo di comprenderla alla luce di una narrazione (Chi è? Da dove viene? Dove va?). Alla Musa si chiedeva di raccontare dell’uomo multiforme, perché quell’uomo era la sintesi di ciò che a un uomo accade nella vita, persino di dare un’occhiata all’aldilà per farsi raccontare come finisce la storia. 

 

Per poter vivere la vita in anticipo l’uomo si è arrangiato con le storie: gli scrittori sanno che i personaggi sono Io sperimentali per saggiare la realtà. La società di Omero aveva inventato un modo per superare la morte (il grande tema su cui ogni cultura è costretta a fondare se stessa): socializzarla attraverso la tomba e i racconti epici. La pietra e l’esametro epico (il verso dell’Iliade e dell’Odissea) garantiscono immortalità a un effimero che precipiterebbe nell’oblio, che è peggio della morte.  

 

Le cose non sono cambiate. Ieri come oggi abbiamo bisogno di segni che codifichino e decodifichino la morte, permettendoci di guardarla senza rimanerne pietrificati: abbiamo bisogno, come Perseo, dello specchio dei racconti, dei simboli, per affrontare Medusa. Non si può guardare Medusa direttamente, va affrontata con lo scudo-specchio dell’invenzione culturale. Oggi la Musa canta in serie televisive, musica, libri, narrazioni che con coerenza gravitano attorno a temi evanescenti nell’educazione simbolica della nuova generazione.  

 

A differenza della società omerica che scongiurava la morte con la memoria, oggi è l’amore che sembra avere le credenziali per sconfiggerla. Ma come può se non è per sempre? Gli adolescenti sanno che non si dichiara il proprio amore specificando la data di scadenza, ma dicendo: «Ti amerò per sempre». Per questo cercano storie che (as)saggino la verità di questa formula: «per sempre» è un’illusione linguistica o la necessaria conseguenza dell’essenza amorosa? 

Quando lavoravo al film tratto da «Bianca come il latte rossa come il sangue», uno sponsor propose di cambiare il titolo, perché la parola sangue poteva spaventare il pubblico. 

 

Mi feci una risata: proprio quella parola doveva rimanere, era come togliere il lupo dalla fiaba di Cappuccetto Rosso. I ragazzi di oggi leggono sui volti ora stanchi ora cinici della generazione che li cresce, la caduta di ogni sogno, sostituito dal morbido o liquido pragmatismo consumistico, e temono che la vita sia una promessa non mantenuta.  

 

Ma sentono nel cuore e nella carne che la vita può essere grande e non è fatta per essere riempita di oggetti e botox, ma per essere spesa fino al sangue. Ma per chi o cosa? E come? Così mi spiego il successo delle saghe di Tolkien, Lewis, Rowling, Martin. L’epica, scacciata dalla porta del nostro cuore rimpicciolito, rientra dalla finestra della fantasia.  

 

Le ragazze (soprattutto) leggono e guardano «Colpa delle stelle» perché vogliono sapere come si fa ad amare ed essere amate con il coraggio che sfida la morte. Vogliono mettere la testa dove il cuore ha intuito la verità e la morte rimane narrativamente (esistenzialmente) il modo più vero per chiamare le cose alla vita. Raymond Carver, scrittore e poeta minacciato dal cancro, sulla sua lapide fece scolpire i suoi versi: «E hai ottenuto quello che / volevi da questa vita, nonostante tutto? / Sì. / E cos’è che volevi? / Potermi dire amato, sentirmi / amato sulla terra». Quando morì aveva solo 50 anni e le parole che spesso un adolescente non riesce a trovare. 

0 Commenti

Un progetto di Teatro Sociale

1 Commenti

GIOVENTU' BRUCIANTE

Il progetto “Gioventu' Bruciante”, proposto dall’Associazione TeatroContesto e sostenuto dal Circolo dei Lettori, ha coinvolto una classe 1 dell’ITIS Avogadro  e una classe 4 dell’IPSCTS Giulio. Il progetto ha voluto interrogarsi sui bisogni e sulle prospettive dei giovani, invitando gli studenti a far emergere, attraverso una serie di specifiche tecniche teatrali, i temi e le questioni che vivono in quanto giovani

E’ stato un lavoro intenso perché grandi ed importanti sono i temi che i ragazzi hanno fatto emergere: il bullismo, il razzismo, il non sentirsi ascoltati, la difficoltà a relazionarsi con gli adulti e in particolare con i genitori, la paura di deludere i genitori.

Nel corso di 10 incontri abbiamo cercato un po’, attraverso il linguaggio teatrale, di “sbrogliare questa matassa” di emozioni, resistenze, indifferenze e grandi fragilità ed insicurezze!

Abbiamo concluso al Circolo dei Lettori dove le classi coinvolte hanno invitato altre classi e, a partire da quanto costruito durante il percorso, discusso insieme nel corso di due mattinate che hanno visto una bella partecipazione da parte dei ragazzi.

 

 

E’ stato un lavoro impegnativo!

Confrontarsi con il disagio e le problematiche che i ragazzi vivono non è facile ed è una bella sfida capire quali modalità di volta in volta utilizzare per entrare in relazione con loro.

Noi di TeatroContesto siamo molto soddisfatte di quanto siamo riuscite a fare nel corso del progetto Gioventù bruciante.

Non è facile lavorare oggi nelle scuole.

Dopo questa nostra esperienza, TeatroContesto è ancora più convinto della necessità di farlo.

 

 

leggi di più 0 Commenti

Un nuova serata di Teatro-forum

Un'altra bella serata di Teatro-forum del progetto NON CI STO! 

Siamo stati ospiti in Via San Domenico 16 alla Rassegna di Teatro di (e per la) comunità, organizzata da AIPSIM- Associazione italiana Psicodrammatisti moreniani. 

 

Le scene presentate sono state: 

 

- UNA SERATA TUTTA PER NOI! 

- VEDI UN PO' TU! 

 

Bella partecipazione e tanti interventi! 

EVVIVA!!!!

Grazie a chi ha partecipato! 

0 Commenti

Pari&Dis-pari

 

 

E' uscito: 

 

Ebook - PARI&DIS-PARIwww.ebookeditore.itPARI&DIS-PARI, Spettacoli e laboratori in tema di conciliazione lavoro famiglia e pari opportunita’

 

 

E' il racconto, l'analisi e la riflessione su un'esperienza di Teatro-forum che abbiamo fatto nel 2013 nelle Scuole Superiori di Carpi. 

0 Commenti

Teatro-forum a Garage Vian

0 Commenti

Prova aperta delle scene di teatro-forum costruite, presso l'Associazione Idiòt che gentilmente ci ospita

3 Commenti

Qualche immagine da NON CI STO! gruppo di discussione tra cittadini

leggi di più 0 Commenti

Il Piccolo Cinema

 

 

 

Se sei a Torino, e se giri a destra e poi vai dritto poi rigiri a sinistra e passi la rotonda e poi sempre dritto e arrivi in Via Cavagnolo n° 7, arrivi all'Agenzia di sviluppo di Pietra Alta e quando entri e giri a destra entri nel Piccolo cinema -Società di mutuo soccorso cinematografico (www.ilpiccolocinema.net). Se sei fortunato sei capitato quando c'è una proiezione ed è certo che vedrai un bel film in mezzo a gente simpatica! ... o ti capita che stiano presentando un bel documentario per il web che nasce da un workshop organizzato dal Piccolo cinema nel 2013... e lo trovate sul sito www.lapartita.org ... o a volte ci trovi qualcuno che parla di cinema, che scrive sceneggiature, che pensa insieme ad altri .... è in questo posto qui che TeatroContesto ha chiesto ospitalità per il progetto NON CI STO! ... e ci siamo trovati bene! ... nelle pause pranzo l'abbiamo tasformato anche in un Piccolo ristorante! 

 

leggi di più 0 Commenti

NON TI DISPERARE!

 

 

 

 

Non sei riuscito a venire al primo incontro del progetto NON CI STO! al Piccolo Cinema di Via Cavagnolo?!?

 

NON TI DISPERARE! .... sei ancora in tempo per venire al secondo incontro! Dai, sù, che ti aspettiamo! Vorrai mica che iniziamo senza di te? 

0 Commenti

I giovani sono l'avvenire di un paese

0 Commenti

Un bel luogo per DIRE, FARE, CAMBIARE!

In generale, possiamo dire che ci sono tanti posti brutti e non accoglienti!  

ma ci sono anche tanti posti belli ed accoglienti! 

 

A TeatroContesto è capitato, durante il progetto NON CI STO!, di trovare tanti posti belli ed accoglienti che ci hanno aperto le porte! 

Uno di questi è la Biblioteca Civica Primo Levi di Via Leoncavallo 17 a Torino. 

 

Dentro è tutto bello e nuovo! La biblioteca è stata aperta nel 2007 in un ala del vecchio stabiliminto CEAT dove fino al 1979 si producevano pneumatici. 

Sotto c'è l'anagrafe, sopra ci sono i servizi sociali. In mezzo, tanta cultura che viene messa in circolo! 

 

E' tutto un mondo lì dentro! C'è posto proprio per tutti! .... persino per i GIOVANI ADULTI.... si, si c'è proprio una sala dedicata ai GIOVANI ADULTI! lì ci stanno! 

 

Ed è in questo luogo, ed esattamento nella sala per i GIOVANI ADULTI, che TeatroContesto racconterà il progetto NON CI STO! con la mostra DIRE, FARE, CAMBIARE. 

 

DIRE, FARE, CAMBIARE sarà l'occasione per far conoscere e condividere idee, difficoltà, paure e sogni per il futuro che bambini, adolescenti e giovani incontrati in alcune scuole e durante i gruppi di discussione ci hanno affidato, con il desiderio di continuare a creare spazi per discutere sulle prospettive riservate alle giovani generazioni in Italia. 

 

 

DIREFARECAMBIARE
 
QUANDO: dal 7 ottobre al 30 ottobre 2013 (orario di apertura Biblioteca)
          DOVE: Biblioteca  Civica Primo Levi in Via Leoncavallo 17 – Torino.
 
 
La mostra DIREFARECAMBIARE nasce dal progetto NON CI STO! Gruppi di discussione tra cittadini attraverso il Teatro dell’Oppresso, per far conoscere e condividere idee, difficoltà, paure e sogni sul futuro che bambini, adolescenti e giovani incontrati in alcune scuole e durante i gruppi di discussione ci hanno affidato.
 
DIREFARECAMBIARE è stata un’occasione per riflettere e per attirare l’attenzione sullo spazio e sulle prospettive riservate alle giovani generazioni nel nostro Paese.
 
 
 
 

 

0 Commenti

Il senso delle possibilità

 

      Ma se il senso della realtà esiste, e nessuno può mettere in dubbio che la sua esistenza sia giustificata, allora ci dev'essere anche qualcosa che chiameremo senso della possibilità. Chi lo possiede non dice, ad esempio: qui è accaduto questo o quello, accadrà, deve accadere; ma immagina: qui potrebbe, o dovrebbe accadere la tale o tal altra cosa; e se gli si dichiara che una cosa è com'è, egli pensa: beh, probabilmente potrebbe anche esser diverso. Cosicché il senso della possibilità si potrebbe anche definire come la capacità di pensare tutto quello che potrebbe essere, e di non dar maggior importanza a quello che è, che a quello che non è. ( da L'uomo senza qualità di Robert Musil

0 Commenti

A Parigi!

TeatroContesto in una fuga di 2 giorni a Parigi per andare a trovare gli amici del Théatre de l'Opprimé e per partecipare al Teatro-forum Luttons contre les discriminations gestito da Vincent Vidal e il collettivo CILDA della Ville De Blanc Mesnil ( en banlieue come dicono a Parigi!).

qua sotto qualche foto.... poche perché presto è stato più interessante partecipare al forum piuttosto che fare foto!

 


leggi di più 0 Commenti

Cos'è stato NON CI STO! 2

Non ci sto! È un' idea

Non ci sto! È ascoltare,

E' comprendere le ragioni dell'altro,

E' provare a mettersi nei panni di chi non sa come fare,

E' scoprire diversi punti di vista,

E' paura di non farcela, è andare in crisi, mettersi in discussione e poi trovare la strada.

Non ci sto! È un viaggio, è partire e la destinazione è il tragitto.

Non ci sto! È uno sguardo, è verità, è voler conoscere, .

Non ci sto!è non sapere come fare, è imparare a fare.

Non ci sto! È una domanda ad alta voce

Non ci sto! È sorprenderti delle risposte

Non ci sto! È parlare, costruire relazioni

Non ci sto! È cercare uno spazio

E' capire qual è lo spazio che possiamo occupare; Ci stiamo?

E' trovare gli spazi per fare,

Non ci sto! È parlare, tessere nuove relazioni, e' coinvolgere

Non ci sto! È andare a chiedere e trovare

Chi ci sta!

 

(Antonella, l'altra conduttrice del progetto)

 

 

0 Commenti

Cos'è stato NON CI STO! 1

Non ci sto! è un’idea nata parlando in cucina e che poi si realizza

Non ci sto! è capire con chi parlarne,

prendere contatti  e tessere la rete.

Non ci sto! è dire e poi fare.

E’, a volte, l’ansia che non funzioni.

Non ci sto! E’ uno spazio in Via Leoncavallo a Torino

E uno in Via Fossano che si chiama Cartiera

E un altro in Via Bellardi che si chiama BellArte.

Non ci sto! è il primo incontro quando nessuno si conosce

E il pensare di tutti: ma perché son venuto?

E’ la prima risata che parte nel gruppo

E’ una fiducia accordata

Ed è il secondo incontro

Nessuno perso e qualcuno che si aggiunge.

Non ci sto! è il percorso che ognuno fa per arrivare lì,

è da dove si arriva

è quanto si arriva stanchi

 da scuola,

 dall’Università,

 da lavoro

o anche da non si sa.

Non ci sto! è  la Calabria, la Puglia, la Campagna, l’Abruzzo, il Lazio, la Lombardia, a Torino

Ed è il Marocco, la Romania, la Grecia, il Kenia sotto la Mole

Non ci sto! è il buttare fuori e vedere che anche altri la sentono uguale.

È l’energia in corpo, la speranza negli occhi e anche però le fatiche quotidiane.

È un domandare inquieto

È il discutere con altri e stupirsi

Non ci sto! è il fermarsi a chiaccherare anche dopo

Non ci sto! è ciascuno di noi e tutti

 

Non ci sto! è uno starci

 

(Irene, una delle due conduttrici del progetto)

0 Commenti

Sul seminare e sul raccogliere

Il disegno di un bambino.

Un seme che cresce attorno/per il mondo.

 

Anche noi, contadini di cultura, abbiamo seminato e raccolto.

Il domani è ancora concreto lavoro di semina e di raccolta.

4 Commenti

Pensare insieme

Laboratorio condotto da TeatroContesto nell'ambito del progetto Yepp-Porta Palazzo
Laboratorio condotto da TeatroContesto nell'ambito del progetto Yepp-Porta Palazzo

Il Teatro-immagine fa parte del metodo del Teatro dell'Oppresso. Si tratta fondamentalmente di "pensare con il corpo", utilizzando il corpo per esprimere idee ed emozioni.

Non lo si può fare da soli. Lo si fa in gruppo e con gli altri ci si confronta a partire dalle immagini costruite insieme. Gli sguardi degli altri arricchiscono il pensiero di ognuno e mettendo insieme diversi punti di vista si entra nella complessità di una certa questione.

E' uno strumento semplice che permette ad ognuno di tirare fuori le proprie idee e di confrontarle con quelle di altre persone. E, come scrive Augusto Boal, "il fatto di riunirsi per pensare insieme è già una grande vittoria" 

 

leggi di più 0 Commenti

Dindi, grana, spiccioli e altre quisquilie!

 

 

 

 

 

DINDI, GRANA, SPICCIOLI E ALTRE QUISQUILIE

Una serata bellissima e intensa sul tema delle difficoltà economiche, ospiti del CEPSI e con ActionAid,  tra letture, scambio di idee attraverso delle sedie e una scena di Teatro-forum creata durante il laboratorio teatrale del percorso CONTIAMO INSIEME.

 

 

 

 

leggi di più 0 Commenti

CONTIAMO INSIEME - Gruppo Teatro

Ogni martedì da metà ottobre ci incontriamo per fare teatro insieme a Daniela, Fabio, Frosy, Giusy, Lucy e Vito.

Il laboratorio è parte del progetto “Contiamo insieme”, realizzato da ActionAid in partnership con il Centro Psicoanalitico di trattamento dei malesseri contemporanei Onlus, l'Associazione Culturale Teatro Contesto e l'Università degli Studi di Torino - Dipartimento di Psicologia, con il sostegno della Compagnia di San Paolo.

Stiamo lavorando per "mettere in scena”, attraverso il Teatro dell'Oppresso, le difficoltà che incontriamo quando attraversiamo un periodo di fragilità economica

E’ un lavoro intenso e ricco di tutte le emozioni che ognuno porta con sé.

E' un condivide con gli altri.

E’ uno stare insieme.

E’ uno spazio per raccontarsi e ascoltare gli altri, superando insieme resistenze ed imbarazzi.

E’ un darsi fiducia, un uscire ognuno dal proprio guscio per ritrovarsi in un cerchio.

E’ un giocare e un ridere insieme.

E’ quel "allora ci vediamo martedì prossimo!”.

E’ uscire di casa e lasciare per un attimo le proprie preoccupazioni e fatiche.

E’ quello scambiarsi i numeri di telefono e fare un gruppo WhatsApp per mandarsi un saluto tra un martedì e l'altro.

E’ un costruire qualcosa insieme.

E’ il sentirsi parte di un gruppo.

E' utilizzare il linguaggio teatrale per creare una piccola comunità in cui ognuno si senta un individuo valorizzato e accolto e trovi occasioni per esprimere quanto ha dentro.

La metodologia del teatro dell'Oppresso con la tecnica del teatro-forum permetterà, in seguito, al gruppo di aprirsi ad un pubblico e presentare quanto costruito insieme per discuterne in forma teatrale e cercare possibili strategie per uscire da situazioni difficili in cui ognuno può trovarsi coinvolto.

La solitudine e l’isolamento rendono i problemi ancora più grossi e li fanno apparire insormontabili. Fare teatro e coinvolgere altre persone con dei teatri-forum significa prima di tutto offrire un’opportunità di sentirsi meno soli e più forti.

0 Commenti

Un viaggio lungo 25 anni


Abbiamo appena finito un lavoro bellissimo!

A Savona esiste una Cooperativa che si chiama Progetto Città (www.progettocitta.coop/#/Homepage). Lavora con minori in difficoltà, con bambini, con anziani, accogliendo profughi.... fa un sacco di cose e lo fa da 25 anni a Savona e dintorni.


 Per festeggiare questo compleanno importante, hanno chiamato TeatroContesto ed è nato il progetto"In viaggio da 25 anni”, un percorso  di Teatro Sociale e di Comunità, che ha coinvolto 9 educatori e i vari Servizi della Cooperativa.

E stato un percorso emozionante e ricco che si è concluso Sabato 18 aprile, all'interno della Fortezza del Priamar, con uno spettacolo itinerante che  ha coinvolto gli spettatori in un viaggio immaginario alla ricerca di un tesoro, in un mare fatto di sogni, paure e racconti.

 “In viaggio da 25 anni” è stata un’opera collettiva nata dal desiderio di far emergere e dare spazio al prezioso e delicato lavoro portato avanti da ProgettoCittà.

E’ stato un viaggio metaforico, un momento di festa e di comunità per ritrovarsi, forse diversi o in fondo sempre uguali, sicuramente cresciuti e pronti per continuare il viaggio. 

leggi di più 8 Commenti

9 marzo 2015

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una serata molto bella tra letteratura e discussione attraverso scene di teatro-forum! 


0 Commenti

Incontri importanti

Martedì scorso TeatroContesto è stato ospite di CaF Futuro, il primo progetto d’innovazione finanziaria che si attiva in Italia con persone che vivono un disagio mentale. trovate maggiori informazioni andando su: http://www.acafitalia.it/caf-futuro/

 

E' stata un momento molto interessante e stimolante che nasce dal nostro incontro con la realtà di ACAF Italia,  Associazione Italiana delle Comunità AutoFinanziate. ACAF è un’organizzazione no profit che ha come finalità la lotta contro la povertà, la vulnerabilità sociale e l’esclusione sociale e finanziaria, attraverso l’alfabetizzazione finanziaria, la promozione della cultura del risparmio, l’innovazione finanziaria e lo sviluppo di organizzazioni di base comunitaria e gruppi di mutuo aiuto. 

Un lavoro straordinario che noi di Teatrocontesto abbiamo avuto la fortuna di incrociare, grazie ad una giornata organizzata da ActionAid a Milano. E' qui che abbimo conosciuto Patricia Rodriguez Pulido, presidente di ACAF Italia. 

 

Se siete curiosi di capire meglio di cosa si tratta andate a visitare il loro sito: http://www.acafitalia.it/

 

GRAZIE A CaF Futuro per l'ospitalità e viva ACAF Italia! 

 

 

Per non avere un cuore rimpicciolito

Preparandosi e riflettendo prima di buttarci in un nuovo progetto con dei giovani, oggi su La Stampa leggiamo questo articolo che ci aiuta a farlo con profondità. 

 

Da La Stampa del 18/9/2014

Autore:  ALESSANDRO D'AVENIA

 

 
 
 

In prima superiore ho chiesto di portare i libri letti durante l’estate. Sul banco di una studentessa c’era «Colpa delle stelle», uno dei libri che ha infuocato le classifiche di libri e i cuori di molti ragazzi, anche grazie al film: una storia in cui due sedicenni per vivere il loro amore devono chiedere permesso alla morte.  

Dimmi cosa leggi e ti dirò chi sei: è la scorciatoia per iniziare a leggere l’inedito che ogni ragazzo è e che, a 14 anni, non si manifesta scopertamente, ma attraverso scelte (musica, libri, film, serie tv) che troppo spesso bolliamo come «adolescenziali», come se l’adolescenza fosse una colpa e non una tappa necessaria a far fiorire la vita.  

 

Ma perché per sentirsi raccontare l’amore i ragazzi scelgono di passare per il crogiolo del dolore? Vivono immersi in una cultura che nasconde il dolore e la morte (se non come spettacolo, che è un modo di occultarli). Esaurite le grandi narrazioni religiose e politiche, si trovano privi di codici simbolici capaci di dar senso alla realtà limite.  

 

L’uomo è un essere narrativo e simbolico, interpretiamo e stiamo nella realtà attraverso le storie: le azioni umane cerchiamo di comprenderla alla luce di una narrazione (Chi è? Da dove viene? Dove va?). Alla Musa si chiedeva di raccontare dell’uomo multiforme, perché quell’uomo era la sintesi di ciò che a un uomo accade nella vita, persino di dare un’occhiata all’aldilà per farsi raccontare come finisce la storia. 

 

Per poter vivere la vita in anticipo l’uomo si è arrangiato con le storie: gli scrittori sanno che i personaggi sono Io sperimentali per saggiare la realtà. La società di Omero aveva inventato un modo per superare la morte (il grande tema su cui ogni cultura è costretta a fondare se stessa): socializzarla attraverso la tomba e i racconti epici. La pietra e l’esametro epico (il verso dell’Iliade e dell’Odissea) garantiscono immortalità a un effimero che precipiterebbe nell’oblio, che è peggio della morte.  

 

Le cose non sono cambiate. Ieri come oggi abbiamo bisogno di segni che codifichino e decodifichino la morte, permettendoci di guardarla senza rimanerne pietrificati: abbiamo bisogno, come Perseo, dello specchio dei racconti, dei simboli, per affrontare Medusa. Non si può guardare Medusa direttamente, va affrontata con lo scudo-specchio dell’invenzione culturale. Oggi la Musa canta in serie televisive, musica, libri, narrazioni che con coerenza gravitano attorno a temi evanescenti nell’educazione simbolica della nuova generazione.  

 

A differenza della società omerica che scongiurava la morte con la memoria, oggi è l’amore che sembra avere le credenziali per sconfiggerla. Ma come può se non è per sempre? Gli adolescenti sanno che non si dichiara il proprio amore specificando la data di scadenza, ma dicendo: «Ti amerò per sempre». Per questo cercano storie che (as)saggino la verità di questa formula: «per sempre» è un’illusione linguistica o la necessaria conseguenza dell’essenza amorosa? 

Quando lavoravo al film tratto da «Bianca come il latte rossa come il sangue», uno sponsor propose di cambiare il titolo, perché la parola sangue poteva spaventare il pubblico. 

 

Mi feci una risata: proprio quella parola doveva rimanere, era come togliere il lupo dalla fiaba di Cappuccetto Rosso. I ragazzi di oggi leggono sui volti ora stanchi ora cinici della generazione che li cresce, la caduta di ogni sogno, sostituito dal morbido o liquido pragmatismo consumistico, e temono che la vita sia una promessa non mantenuta.  

 

Ma sentono nel cuore e nella carne che la vita può essere grande e non è fatta per essere riempita di oggetti e botox, ma per essere spesa fino al sangue. Ma per chi o cosa? E come? Così mi spiego il successo delle saghe di Tolkien, Lewis, Rowling, Martin. L’epica, scacciata dalla porta del nostro cuore rimpicciolito, rientra dalla finestra della fantasia.  

 

Le ragazze (soprattutto) leggono e guardano «Colpa delle stelle» perché vogliono sapere come si fa ad amare ed essere amate con il coraggio che sfida la morte. Vogliono mettere la testa dove il cuore ha intuito la verità e la morte rimane narrativamente (esistenzialmente) il modo più vero per chiamare le cose alla vita. Raymond Carver, scrittore e poeta minacciato dal cancro, sulla sua lapide fece scolpire i suoi versi: «E hai ottenuto quello che / volevi da questa vita, nonostante tutto? / Sì. / E cos’è che volevi? / Potermi dire amato, sentirmi / amato sulla terra». Quando morì aveva solo 50 anni e le parole che spesso un adolescente non riesce a trovare. 

0 Commenti

Un progetto di Teatro Sociale

1 Commenti

GIOVENTU' BRUCIANTE

Il progetto “Gioventu' Bruciante”, proposto dall’Associazione TeatroContesto e sostenuto dal Circolo dei Lettori, ha coinvolto una classe 1 dell’ITIS Avogadro  e una classe 4 dell’IPSCTS Giulio. Il progetto ha voluto interrogarsi sui bisogni e sulle prospettive dei giovani, invitando gli studenti a far emergere, attraverso una serie di specifiche tecniche teatrali, i temi e le questioni che vivono in quanto giovani

E’ stato un lavoro intenso perché grandi ed importanti sono i temi che i ragazzi hanno fatto emergere: il bullismo, il razzismo, il non sentirsi ascoltati, la difficoltà a relazionarsi con gli adulti e in particolare con i genitori, la paura di deludere i genitori.

Nel corso di 10 incontri abbiamo cercato un po’, attraverso il linguaggio teatrale, di “sbrogliare questa matassa” di emozioni, resistenze, indifferenze e grandi fragilità ed insicurezze!

Abbiamo concluso al Circolo dei Lettori dove le classi coinvolte hanno invitato altre classi e, a partire da quanto costruito durante il percorso, discusso insieme nel corso di due mattinate che hanno visto una bella partecipazione da parte dei ragazzi.

 

 

E’ stato un lavoro impegnativo!

Confrontarsi con il disagio e le problematiche che i ragazzi vivono non è facile ed è una bella sfida capire quali modalità di volta in volta utilizzare per entrare in relazione con loro.

Noi di TeatroContesto siamo molto soddisfatte di quanto siamo riuscite a fare nel corso del progetto Gioventù bruciante.

Non è facile lavorare oggi nelle scuole.

Dopo questa nostra esperienza, TeatroContesto è ancora più convinto della necessità di farlo.

 

 

leggi di più 0 Commenti

Un nuova serata di Teatro-forum

Un'altra bella serata di Teatro-forum del progetto NON CI STO! 

Siamo stati ospiti in Via San Domenico 16 alla Rassegna di Teatro di (e per la) comunità, organizzata da AIPSIM- Associazione italiana Psicodrammatisti moreniani. 

 

Le scene presentate sono state: 

 

- UNA SERATA TUTTA PER NOI! 

- VEDI UN PO' TU! 

 

Bella partecipazione e tanti interventi! 

EVVIVA!!!!

Grazie a chi ha partecipato! 

0 Commenti

Pari&Dis-pari

 

 

E' uscito: 

 

Ebook - PARI&DIS-PARIwww.ebookeditore.itPARI&DIS-PARI, Spettacoli e laboratori in tema di conciliazione lavoro famiglia e pari opportunita’

 

 

E' il racconto, l'analisi e la riflessione su un'esperienza di Teatro-forum che abbiamo fatto nel 2013 nelle Scuole Superiori di Carpi. 

0 Commenti

Teatro-forum a Garage Vian

0 Commenti

Prova aperta delle scene di teatro-forum costruite, presso l'Associazione Idiòt che gentilmente ci ospita

3 Commenti

Qualche immagine da NON CI STO! gruppo di discussione tra cittadini

leggi di più 0 Commenti

Il Piccolo Cinema

 

 

 

Se sei a Torino, e se giri a destra e poi vai dritto poi rigiri a sinistra e passi la rotonda e poi sempre dritto e arrivi in Via Cavagnolo n° 7, arrivi all'Agenzia di sviluppo di Pietra Alta e quando entri e giri a destra entri nel Piccolo cinema -Società di mutuo soccorso cinematografico (www.ilpiccolocinema.net). Se sei fortunato sei capitato quando c'è una proiezione ed è certo che vedrai un bel film in mezzo a gente simpatica! ... o ti capita che stiano presentando un bel documentario per il web che nasce da un workshop organizzato dal Piccolo cinema nel 2013... e lo trovate sul sito www.lapartita.org ... o a volte ci trovi qualcuno che parla di cinema, che scrive sceneggiature, che pensa insieme ad altri .... è in questo posto qui che TeatroContesto ha chiesto ospitalità per il progetto NON CI STO! ... e ci siamo trovati bene! ... nelle pause pranzo l'abbiamo tasformato anche in un Piccolo ristorante! 

 

leggi di più 0 Commenti

NON TI DISPERARE!

 

 

 

 

Non sei riuscito a venire al primo incontro del progetto NON CI STO! al Piccolo Cinema di Via Cavagnolo?!?

 

NON TI DISPERARE! .... sei ancora in tempo per venire al secondo incontro! Dai, sù, che ti aspettiamo! Vorrai mica che iniziamo senza di te? 

0 Commenti

I giovani sono l'avvenire di un paese

0 Commenti

Un bel luogo per DIRE, FARE, CAMBIARE!

In generale, possiamo dire che ci sono tanti posti brutti e non accoglienti!  

ma ci sono anche tanti posti belli ed accoglienti! 

 

A TeatroContesto è capitato, durante il progetto NON CI STO!, di trovare tanti posti belli ed accoglienti che ci hanno aperto le porte! 

Uno di questi è la Biblioteca Civica Primo Levi di Via Leoncavallo 17 a Torino. 

 

Dentro è tutto bello e nuovo! La biblioteca è stata aperta nel 2007 in un ala del vecchio stabiliminto CEAT dove fino al 1979 si producevano pneumatici. 

Sotto c'è l'anagrafe, sopra ci sono i servizi sociali. In mezzo, tanta cultura che viene messa in circolo! 

 

E' tutto un mondo lì dentro! C'è posto proprio per tutti! .... persino per i GIOVANI ADULTI.... si, si c'è proprio una sala dedicata ai GIOVANI ADULTI! lì ci stanno! 

 

Ed è in questo luogo, ed esattamento nella sala per i GIOVANI ADULTI, che TeatroContesto racconterà il progetto NON CI STO! con la mostra DIRE, FARE, CAMBIARE. 

 

DIRE, FARE, CAMBIARE sarà l'occasione per far conoscere e condividere idee, difficoltà, paure e sogni per il futuro che bambini, adolescenti e giovani incontrati in alcune scuole e durante i gruppi di discussione ci hanno affidato, con il desiderio di continuare a creare spazi per discutere sulle prospettive riservate alle giovani generazioni in Italia. 

 

 

DIREFARECAMBIARE
 
QUANDO: dal 7 ottobre al 30 ottobre 2013 (orario di apertura Biblioteca)
          DOVE: Biblioteca  Civica Primo Levi in Via Leoncavallo 17 – Torino.
 
 
La mostra DIREFARECAMBIARE nasce dal progetto NON CI STO! Gruppi di discussione tra cittadini attraverso il Teatro dell’Oppresso, per far conoscere e condividere idee, difficoltà, paure e sogni sul futuro che bambini, adolescenti e giovani incontrati in alcune scuole e durante i gruppi di discussione ci hanno affidato.
 
DIREFARECAMBIARE è stata un’occasione per riflettere e per attirare l’attenzione sullo spazio e sulle prospettive riservate alle giovani generazioni nel nostro Paese.
 
 
 
 

 

0 Commenti

Il senso delle possibilità

 

      Ma se il senso della realtà esiste, e nessuno può mettere in dubbio che la sua esistenza sia giustificata, allora ci dev'essere anche qualcosa che chiameremo senso della possibilità. Chi lo possiede non dice, ad esempio: qui è accaduto questo o quello, accadrà, deve accadere; ma immagina: qui potrebbe, o dovrebbe accadere la tale o tal altra cosa; e se gli si dichiara che una cosa è com'è, egli pensa: beh, probabilmente potrebbe anche esser diverso. Cosicché il senso della possibilità si potrebbe anche definire come la capacità di pensare tutto quello che potrebbe essere, e di non dar maggior importanza a quello che è, che a quello che non è. ( da L'uomo senza qualità di Robert Musil

0 Commenti

A Parigi!

TeatroContesto in una fuga di 2 giorni a Parigi per andare a trovare gli amici del Théatre de l'Opprimé e per partecipare al Teatro-forum Luttons contre les discriminations gestito da Vincent Vidal e il collettivo CILDA della Ville De Blanc Mesnil ( en banlieue come dicono a Parigi!).

qua sotto qualche foto.... poche perché presto è stato più interessante partecipare al forum piuttosto che fare foto!

 


leggi di più 0 Commenti

Cos'è stato NON CI STO! 2

Non ci sto! È un' idea

Non ci sto! È ascoltare,

E' comprendere le ragioni dell'altro,

E' provare a mettersi nei panni di chi non sa come fare,

E' scoprire diversi punti di vista,

E' paura di non farcela, è andare in crisi, mettersi in discussione e poi trovare la strada.

Non ci sto! È un viaggio, è partire e la destinazione è il tragitto.

Non ci sto! È uno sguardo, è verità, è voler conoscere, .

Non ci sto!è non sapere come fare, è imparare a fare.

Non ci sto! È una domanda ad alta voce

Non ci sto! È sorprenderti delle risposte

Non ci sto! È parlare, costruire relazioni

Non ci sto! È cercare uno spazio

E' capire qual è lo spazio che possiamo occupare; Ci stiamo?

E' trovare gli spazi per fare,

Non ci sto! È parlare, tessere nuove relazioni, e' coinvolgere

Non ci sto! È andare a chiedere e trovare

Chi ci sta!

 

(Antonella, l'altra conduttrice del progetto)

 

 

0 Commenti

Cos'è stato NON CI STO! 1

Non ci sto! è un’idea nata parlando in cucina e che poi si realizza

Non ci sto! è capire con chi parlarne,

prendere contatti  e tessere la rete.

Non ci sto! è dire e poi fare.

E’, a volte, l’ansia che non funzioni.

Non ci sto! E’ uno spazio in Via Leoncavallo a Torino

E uno in Via Fossano che si chiama Cartiera

E un altro in Via Bellardi che si chiama BellArte.

Non ci sto! è il primo incontro quando nessuno si conosce

E il pensare di tutti: ma perché son venuto?

E’ la prima risata che parte nel gruppo

E’ una fiducia accordata

Ed è il secondo incontro

Nessuno perso e qualcuno che si aggiunge.

Non ci sto! è il percorso che ognuno fa per arrivare lì,

è da dove si arriva

è quanto si arriva stanchi

 da scuola,

 dall’Università,

 da lavoro

o anche da non si sa.

Non ci sto! è  la Calabria, la Puglia, la Campagna, l’Abruzzo, il Lazio, la Lombardia, a Torino

Ed è il Marocco, la Romania, la Grecia, il Kenia sotto la Mole

Non ci sto! è il buttare fuori e vedere che anche altri la sentono uguale.

È l’energia in corpo, la speranza negli occhi e anche però le fatiche quotidiane.

È un domandare inquieto

È il discutere con altri e stupirsi

Non ci sto! è il fermarsi a chiaccherare anche dopo

Non ci sto! è ciascuno di noi e tutti

 

Non ci sto! è uno starci

 

(Irene, una delle due conduttrici del progetto)

0 Commenti

Sul seminare e sul raccogliere

Il disegno di un bambino.

Un seme che cresce attorno/per il mondo.

 

Anche noi, contadini di cultura, abbiamo seminato e raccolto.

Il domani è ancora concreto lavoro di semina e di raccolta.

4 Commenti